Sedi storiche

Aosta

Sin dal 1991 e fino all’anno 2003 è stata in vigore una convenzione con la Regione Autonoma Valle d’Aosta per attività della Scuola da svolgersi direttamente sul territorio valdostano. Ne è conseguito un lungo, duraturo e proficuo rapporto di collaborazione che ha permesso lo svolgimento di analisi puntuali come di letture a carattere territoriale, alcune anche fortemente innovative. La collaborazione con la locale soprintendenza, con i suoi uffici specifici ha inoltre permesso di mettere a punto programmi metodologici e di sperimentazione sul campo in grado di orientare le scelte di conservazione. Ne è forse l’esempio più concreto l’indagine sui borghi storici della regione e la predisposizione di una scheda sperimentale “di borgo” (di fatto verificata sull’insediamento di Montjovet-Bourg) che ha costituito campo privilegiato di studio, almeno in parte recepito nel contesto legislativo locale nello strumento della legge regionale di salvaguardia dei borghi appunto, varata nel 2008.

Non meno rilevanti le convenzioni stipulate, con il comune di Issime per uno studio territoriale e insediativo nel Vallone di San Grato, o con il comune di Arvier per un’indagine iniziata sulla sola emergenza della “casa Luboz” nella frazione Leverogne e poi voltasi verso uno studio complesso sul sistema del borgo, in certo qual senso precursore nei confronti della successiva indagine svolta a Montjovet e della predisposizione della già ricordata scheda “di borgo”.

Di notevole impatto sulla sensibilizzazione in ambito locale, infine, le prime indagini condotte sul nucleo più antico di Aosta, sul suo impianto cardo-decumanico, ma anche sul nucleo attestato attorno alla collegiata di Sant’Orso, in seguito integrate anche dalla lettura della vicenda tutta specifica e dal forte impatto territoriale dell’insediamento dell’industria siderurgica Cogne.

Sempre nell’ambito della proficua collaborazione, anche quando la sede non è stata più attiva, il saldo legame tra la Scuola e la Regione è stato ribadito in sede di giornate di studio, di cantieri, nonché attraverso il patrocinio assicurato alla collana delle pubblicazioni della scuola.

Mondovì

Sin dall’anno 1997, il Politecnico di Torino, e in specifico il Dipartimento Casa-città, attraverso i suoi docenti e collaboratori, di cui alcuni afferenti anche alla Scuola di Specializzazione, ha costituito parte attiva in una serie di progetti di studio e valorizzazione di singole emergenze, complessi o centri storici e, più in generale, di conoscenza del patrimonio culturale presente sul territorio cuneese. In specifico si ricordano le collaborazioni per l’analisi storico critica finalizzata allo studio della fabbrica di palazzo Muratori-Cravetta a Savigliano (1997); il programma di indagine a carattere transfrontaliero con Nizza, passando attraverso i valichi cuneesi (1999); gli ambiziosi progetti per la ridefinizione della figura del monregalese Francesco Gallo, architetto ingegnere al servizio dello Stato, i cui esiti sono stati presentati in una fortunata mostra presso il complesso di San Filippo a Breo, esplicitati anche nel catalogo (2000); il censimento in provincia di Cuneo delle fabbriche, opifici, testimonianze del lavoro volto alla loro tutela e valorizzazione, i cui esiti sono apparsi nel 2004, nonché le elaborazioni analitiche di materiale storico-cartografico preliminari alla stesura dei Piani Territoriali Paesistici (area di Pollenzo e delle rocche e roeri cunnesi); le indagini per la individuazione, valorizzazione e gestione dei percorsi storico-archeologici in Alba (2001), affiancate alle indagini sul centro storico di Serralunga d’Alba (2001), nonché da ultimo, ma solo nell’ordine di citazione, la consolidata presenza della sede universitaria a Mondovì, hanno portato, a partire dall’anno accademico 2001-2002, all’istituzione di una sezione della Scuola di Specializzazione presso la sede di Mondovì del Politecnico. In questo processo di consolidamento del polo di Mondovì, un ruolo di preminenza è spettato all’energia e all’entusiasmo di Vera Comoli (che l’occasione rende ancora più gradito ricordare come operativo valorizzatore del territorio) che, assolvendo alle due mansioni all’epoca di preside della II Facoltà di Architettura e di Direttore della Scuola, ha risposto, con l’istituzione della sede monregalese della Scuola a queste esigenze, mettendo a disposizione la competenza, l’esperienza, la dedizione del gruppo compatto della docenza e dei collaboratori. La sede è stata attiva sino all’anno 2007-2008 e rimane come ambito d’indagine privilegiato, attraverso ricerche, convenzioni e tesi di specializzazione.

Venaria Reale

È stata in atto sino al 2010 una convenzione con il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, che permette alla Scuola di fruire degli spazi riallestiti all’interno del complesso della Reggia di Venaria Reale, sicché le attività didattiche si svolgono presso questa sede. Colmando una relativa lacuna nell’ambito delle indagini, solitamente rivolte al complesso monumentale della reggia e dei giardini, le attività svolte sinora presso questa sede distaccata si sono concentrate sul territorio circostante, spingendosi quest’anno fino a Lanzo, nonché sul borgo di Venaria, indagato nella sua ideazione originaria, nella sua trasformazione seguendo le alterne vicende della Reggia, sino all’impianto quivi di industrie di sicuro impatto quali la SNIA viscosa e da ultimo a un ruolo ancillario rispetto a Torino. Nel processo di riacquisizione di identità non solo del complesso, ma anche dell’insediamento, la ricomposizione di questi antichi, consolidati legami con il contesto appare un aspetto di rilevante importanza.