Didattica
Laureatasi in Architettura presso il Politecnico di Torino nel 1961, sin dallo stesso anno Vera Comoli comincia ad affiancare all’attività professionale (principalmente nello studio di Mario Passanti e poi anche in collaborazione con Guido Mandracci, suo marito) quella didattica e di ricerca, collaborando come Assistente incaricato di Storia dell’Architettura alle attività dell’Istituto di Storia dell’Architettura. Divenuta Assistente ordinario di Storia dell’Architettura nel 1964, acquisisce nel 1968 la libera docenza in Storia dell’Arte e Storia e Stili dell’Architettura, mentre nel 1969 è Professore incaricato di Istituzioni di Storia dell’Arte. Dal 1975, sempre presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, insegna Storia dell’Urbanistica, corso di nuova istituzione. Nel 1981, a seguito di vincita in concorso nazionale, è chiamata quale Professore straordinario di Storia dell'Urbanistica presso la stessa Facoltà, cattedra della quale sarà ordinario per quasi trent’anni.
In parallelo all’attività didattica sulla Facoltà, poi dal 2000, ripartita in I e II Facoltà di Architettura, Vera Comoli si fa promotore dell’istituzione nell’ateneo torinese di corsi di III livello, Dottorato e Scuola di Specializzazione: il primo, in Storia e Critica dei Beni Architettonici e Ambientali (oggi in Beni Architettonici e Paesaggistici), attivo dal V ciclo (a decorrere dal 1989), di cui è coordinatore sino al 2006, il secondo in Storia, Analisi e Valutazione dei Beni Architettonici e Ambientali (oggi in Beni Architettonici e del Paesaggio), istituito nel medesimo anno e a decorrere dall’annata 1990-91, di cui è direttore sino alla scomparsa. Nell’ambito di questa ricchissima attività didattica, è relatore, coordinatore, tutor di 325 tesi di diverso livello (dal II al III) e referente scientifico delle attività di ricerca, poi confluite anche in diverse pubblicazioni.
- Didattica di I e II livello
Sin dal 1961 Vera Comoli comincia ad affiancare all’attività professionale (principalmente nello studio di Mario Passanti e poi anche in collaborazione con Guido Mandracci, suo marito) quella didattica e di ricerca, collaborando come Assistente incaricato di Storia dell’Architettura alle attività dell’Istituto di Storia dell’Architettura. Divenuta Assistente ordinario di Storia dell’Architettura nel 1964, acquisisce nel 1968 la libera docenza in Storia dell’Arte e Storia e Stili dell’Architettura, mentre nel 1969 è Professore incaricato di Istituzioni di Storia dell’Arte.
Dal 1975, sempre presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, insegna Storia dell’Urbanistica, corso di nuova istituzione.
Nel 1981, a seguito di vincita in concorso nazionale, è chiamata quale Professore straordinario di Storia dell'Urbanistica presso la stessa Facoltà, cattedra della quale sarà ordinario per quasi trent’anni. Alla base del suo insegnamento, che preferisce al semplice corso monografico, affrontato nei corsi di Storia della città e del territorio (che sotto la sua direzione si incentrano soprattutto su Torino capitale ducale, poi del regno di Sardegna e quindi di quello d’Italia e sul rapporto con il sistema delle residenze della Corona di Delitie), uno sguardo complessivo sulla formazione del mondo urbano, dall’antichità al contemporaneo, attraverso episodi emblematici a livello europeo, tra i quali collocare – proprio con un rango europeo – anche il caso specifico di Torino capitale. Una schiera di collaboratori e di ricercatori si forma a questa scuola prima come studenti e poi come docenti a propria volta. Anche nella didattica di I e II livello, la sua scuola affronta soprattutto l’indagine sulla struttura storica della città, facendo ampio ricorso all’iconografia storica e alla costruzione di schemi interpretativi in grado di “scomporre” il nodo urbano secondo assi, direttrici e ambiti.
Come relatore segue oltre 200 tesi di laurea costituendo un corpus straordinario di studi di storia dell’urbanistica a livello non solo regionale, ma nazionale e per segmenti anche europeo.
- Didattica di III livello
In parallelo all’attività didattica (di I e II livello) sulla Facoltà, poi dal 2000, ripartita in I e II Facoltà di Architettura, Vera Comoli si fa promotore dell’istituzione nell’ateneo torinese di corsi di III livello, Dottorato e Scuola di Specializzazione: il primo, in Storia e Critica dei Beni Architettonici e Ambientali (oggi in Beni Architettonici e Paesaggistici), attivo dal V ciclo (a decorrere dal 1989), di cui è coordinatore sino al 2006, il secondo in Storia, Analisi e Valutazione dei Beni Architettonici e Ambientali (oggi in Beni Architettonici e del Paesaggio), istituito nel medesimo anno e a decorrere dall’annata 1990-91, di cui è direttore sino alla scomparsa.
Il Dottorato di ricerca in Storia e Critica dei Beni Architettonici e Ambientali è stato istituito nel 1989 con l’attivazione del V ciclo, con sede unica presso il Dipartimento Casa-città del Politecnico di Torino, per espresso interessamento di Vera Comoli, che ne è stata il coordinatore sino al 2006, anno della sua scomparsa. In seguito il corso di III livello è stato denominato in Beni Culturali, organizzato secondo un diverso schema scientifico con tre indirizzi distinti, seppure in larga parte in continuità con la precedente impostazione, ma aperto a competenze più differenziate, ed è stato aggregato a ScuDo (Scuola di Dottorato del Politecnico di Torino). Oggi è ulteriormente rivisto nella intitolazione, in Beni Architettonici e Paesaggistici, come nell'impianto.
L’originario dottorato si prefiggeva di formare «la figura di uno studioso attento al patrimonio architettonico e al contesto ambientale, consapevole che la conoscenza storica sia lo strumento fondamentale per affrontare interventi di tutela, di conservazione, di valorizzazione» (dalla prefazione di Vera Comoli al volume 18 di “Esiti”, pubblicazione del Dottorato di ricerca in Storia e Critica dei Beni Architettonici e Ambientali, 1998). I curricula che caratterizzavano il Dottorato erano tre, così definiti:
- Territori storici e territori culturali: metodologie di ricerca, di analisi, di catalogazione, di valutazione per la tutela, riferite ad aree culturali, architetture, insediamenti. Rapporti tra centri e periferie con particolare riguardo all’Italia settentrionale.
- Produzione architettonica ed artistica con riferimento a tematiche di committenza, di cantiere, di contesto, nel confronto con matrici storiche, culturali, tecnologiche.
- Strutture urbanistiche ed infrastrutturali del paesaggio e dei centri storici: geografia storica del costruito, processo e fenomeni territoriali con individuazione dei caratteri storici specifici.
Nonostante molte delle tesi svolte nel corso della storia del Dottorato vertano in prevalenza sull’ambito italiano e in particolare su quello nord occidentale, non mancano studi con un maggiore respiro e comunque tutte mostrano un «ripensamento critico di alcuni momenti fondamentali della cultura architettonica in età medievale, moderna e contemporanea […] senza fare mancare momenti di confronto con altre realtà storico-culturali, talvolta straniere, grazie ai contributi e alle esperienze diverse che docenti e dottorandi hanno saputo costruire all’interno del Dottorato» (ancora dalla prefazione di Vera Comoli a “Esiti”, n. 18, 1998).
La Scuola di Specializzazione in Storia, Analisi e Valutazione dei Beni Architettonici e Ambientali, promossa da Vera Comoli e da un gruppo di docenti della Facoltà di Architettura, è stata istituita nel 1989, riconfermata nel 2001 e riassettata secondo il D.M. del 31 gennaio 2006 nella sua attuale configurazione e nel nuovo titolo di Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio. Diretta da Vera Comoli con totale continuità dal 1990, primo anno di funzionamento, al 2006, anno della sua improvvisa scomparsa, il corso di III livello, post lauream, è stato in seguito diretto da Giulio Mondini, da Carlo Tosco e ora è diretto da Chiara Devoti.
Sin dalla sua istituzione, la Scuola ha proposto la formazione di professionisti dalle spiccate competenze inter e trans-disciplinari, in grado di fronteggiare temi complessi e di assumere il coordinamento di gruppi di ricerca, ma anche di effettiva operatività sul territorio, in questo distinguendosi nettamente rispetto alla formazione proposta dal quasi omologo corso di Dottorato.
Grazie a convenzioni con la Regione Autonoma Valle d’Aosta e con il CESMO (Centro di Servizi per la Gestione della sede di Mondovì), oggi con il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, la Scuola ha svolto un’intensa attività di studio sul territorio della Regione Piemonte e della Regione Valle d’Aosta, i cui esiti sono stati in gran parte editi nell’ambito della collana di pubblicazioni della Scuola, giunta fino al suo ventitreesimo volume.
Non meno ricche le tesi di specializzazione discusse, di cui molte con Vera Comoli quale tutor, che hanno permesso di diplomare specialisti italiani come stranieri, impiegati con ruoli dirigenziali negli uffici preposti alla tutela, nei ministeri e nelle gli stessi atenei.
Tra i principali temi di ricerca della Scuola si annoverano:
- Studi sul territorio e sul paesaggio, in Valle d’Aosta e in Piemonte, con particolare attenzione alla struttura storica del territorio.
- Studi su insediamenti a carattere urbano di dimensione metropolitana (Torino e in particolare il suo rapporto con il parco del Valentino), sulle moyennes villes (Aosta, Mondovì, Alba), sui borghi alpini (Saint-Vincent, Leverogne, Montjovet), sugli insediamenti minori.
- Studi sui beni culturali a carattere diffuso (gli insediamenti minori del Vallone di San Grato in Valle d’Aosta) e su specifici edifici (casa Luboz a Leverogne, Palazzo Barile ad Aosta) o su settori di città (l’area dell’ex acciaieria Cogne ad Aosta, il borgo di Sant’Orso sempre ad Aosta, il sistema cardo-decumanico nella medesima città, il complesso della Maddalena e il suo contesto ad Alba, la cittadella di Mondovì e la Piazza Maggiore).
- Studi sui materiali (la pietra e il legno nell’architettura rurale alpina, il cotto nel Monregalese) e sulle tecniche costruttive.
Per la sua riconosciuta validità di approccio metodologico, in gran parte legata alla direzione di Vera Comoli, la Scuola è stata anche riferimento scientifico di valore nell’ambito di progetti e convenzioni di ricerca, con la Regione Piemonte per studi preliminari ai piani paesistici, poi confluiti nel Piano Paesaggistico Regionale, con la Regione Valle d’Aosta per studi sui suoi insediamenti storici, con comuni.